Chiese tra Cala Gonone e Dorgali
Passeggiando nelle campagne intorno al paese non è difficile scorgere ed ammirare piccole chiese campestri, costruite durante il XVII secolo e dedicate rispettivamente a : N. S. de S'Ena, N. S. degli Angeli, San Pantaleo, Madonna di Buoncammino, Madonna di Valverde, S. Giovanni Crisostomo, Spirito Santo, S. Giovanni Battista.
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Un 'architettura semplice e spartana valorizzata dalla bellezza del paesaggio circostante. Spesso intorno alle chiese, sono state edificate le cumbessias, piccole casette utilizzate dai fedeli e dai priori, che che vi soggiornavano durante le manifestazioni religioni dedicate al santo. Feste religiose che terminavano con con grandi pranzi, e richiamavano folle di fedeli, tradizione ben viva fino ai primi anni "90". Tra gli otto monumenti, consigliamo la visita alla chiesetta campestre della Madonna del Buoncammino, situata presso la valle di Oddoene.
San Pantaleo
La Chiesa di San Pantaleo fu costruita nel 1668. L'interno si presenta con una navata di tre campate e con la volta di canne e travi di ginepro. In passato si celebrava la festa dedicata a San Pantaleo l'ultima domenica di maggio e la terza domenica di ottobre, ed entrambe le solennità erano precedute dalla novena. Attualmente, grazie alle associazioni di volontariato e all'Assessorato alla Cultura del comune di Dorgali, la festa si celebra l'ultimo sabato di maggio. Nel pomeriggio parte la processione dalla chiesa parrocchiale e, arrivati alla chiesetta, si celebra la messa. Seguono un rinfresco accompagnato da musiche tradizionali e canti corali.
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Nostra Signora degli Angeli
La chiesa di Nostra Signora degli Angeli è situata nella Valle del Cedrino, in un ampo pianoro dove si trovano anche numerose cumbessias (molte purtroppo distrutte). La festa viene celebrata i primi di Agosto e, durante la celebrazione, vengono stese delle lenzuola su cui vengono disposti carne, vino e formaggi. La chiesa attualmente è in discreto stato di conservazione e presenta al suo interno un blocco di marmo con la seguente scritta "Indulgenzia Plena perpetua concessa il 16 luglio 1806 dal S.mo Pontefice Pio VII a tutti i Cristiani che visiteranno la chiesa il 2 agosto e tutta l'ottava seguente di ogni anno e pregheranno Nostra Signora degli Angeli". Si spiega per questa ragione la festività in concomitanza con la prima decade del mese di agosto.
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Nostra Signora di Valverde
Secondo le Respuestas inviate dal parroco nel 1778, la chiesa della Madonna di Baluvirde, venne fabbricata tra il 1664 ed il 1665, su iniziativa di Giovanni Lai Marteddu ed Antonia Cuca Soro, i quali lasciarono in dote due piccole vigne, un terreno chiuso di un ettaro ed uno aperto di tre ettari.
Anche questo è un modesto edificio, con copertura a doppio spiovente e piccolo campanile frontale. L'unico ingresso è affiancato da due banconi laterali esterni e sopra questo, una finestra ottagonale di rozza fattura, che denota l'antichità e la semplicità dell'impianto. La struttura è sostenuta da un contrafforte sul fianco sinistro e da due in quello opposto, dove si apre una piccola cappella. Le antiche cumbessias, delle quali rimangono alcuni edifici, hanno il tetto in canne sorretto da travi lingee, pavimento in acciottolato e sedili in muratura. Nell'area si trova una piccola cappella dedicata alla Madonna di Lourdes.
In passato era prevista la festa campestre per la prima domenica di maggio, preceduta dalla novena. Ripresa qualche anno fa, è parte delle cosidette "festas de pandela" e si svolge il sabato precedente la prima domenica di maggio, con la processione che dalla parrocchia di Santa Caterina, parte nel pomeriggio; all'arrivo è officiata l'Eucarestia ed in serata l'organizzazione offre un rinfresco ed intrattenimenti musicali.
Si raggiunge dalla circonvallazione a monte di Dorgali; è segnalata e si trova 200 metri più in là della chiesa campestre di San Giovanni Cristolu. All'area si accede tramite un cancello ed un breve sentiero alberato. Vi è una pineta e le classiche costruzioni di supporto per la festa.
Proseguendo lungo la strada è possibile aggirare il Monte Ispinigoli e ricongiugnersi al percorso per la chiesa campestre di San Giovanni Su Anzu
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Chiesa de su Babbu Mannu
La chiesa de Su Babbu Mannu (Spirito Santo) è stilisticamente molto simile alle altre chiese rurali del territorio. La struttura è provvista di due ingressi, entrambi arcuati ed affiancati da banconi in muratura, adatti per la sosta dei pellegrini; sopra l'uscio frontale si apre un minuscolo oculo circolare ed in asse, il campaniletto con al culmine una piccola croce in pietra vulcanica. Il lato sinistro è sorretto da cinque contrafforti, mentre in quello destro sono ricavate due cappelle, dedicate rispettivamente a Sant'Orsola ed alla Madonna del Divino Amore. Ristrutturata negli anni 70 ed arricchita con la posa di una grande pala d'altare in rame sbalzato, opera di Totorino Spanu, artigiano del luogo.
In passato la dedicazione della chiesa era celebrata il 2 maggio, mentre un'altra festività, più solenne e preceduta dalla novena, avveniva il lunedì di Pentecoste e vi si correva il palio equestre.
Da qualche anno le celebrazioni sono state riprese e fanno parte delle cosidette "festas de pandela", che si svolgono anche in altre chiesette dell'agro dorgalese. Il sabato che precede la Pentecoste, alle 18 parte la processione dalla parrocchia ed all'arrivo alla chiesetta è officiata la messa. Al termine un rinfresco, offerto dall'organizzazione che si occupa anche degli intrattenimenti musicali.
Distante 3,5 km da Dorgali, si trova sulla destra della Statale 125, poco prima del bivio per Galtellì, al km 208.VIII. L'area è ombreggiata da annosi ed imponenti ulivastri
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Chiesa de Bonucamminu
Fu realizzata nel 1621 dai coniugi Pietro Murgia e Maria Fronteddu, i quali lasciarono un testamento che consentì all'istituzione la tutela degli effetti delle leggi di abolizione dei beni ecclesistici, concedendone la proprietà al cappellano. Tramite le Respuestas del 1778, comunicate dall'allora parroco di Dorgali al vicario generale della Diocesi di Galtellì, si apprende che questa chiesa si trovava in buone condizioni e, come le altre rurali, non era custodita da un eremitano. Nel 1781 sappiamo che per la manutenzione del cortile e dell'edificio di culto era disponibile una dote di 240 scudi, mentre per la festa erano assicurati 93 scudi. Intonacata da un candido colore, ha una copertura a capanna, sulla cui cuspide frontale si eleva un tozzo campaniletto con piccola campana; sopra l'ingresso rettangolare una luce circolare, unico passaggio d'illuminazione per la navata suddivisa in tre campate, alle quali si aggiunge il presbiterio. Il corpo che funge da sacrestia è addossato sulla sinistra e possiede una finestra rettangolare. Le cinque cappelle laterali, gestite in passato da famiglie di particolare devozione, sono dedicate a Sant'Anastasio, Santa Barbara, Santa Caterina da Siena, San Quirico e Santa Margherita. La statua della titolare è in legno. Tutt'intorno si trovano le antiche cumbessias ormai fatiscenti e che è facile immaginare popolate di festanti che anticamente soggiornavano nel periodo delle novene. In passato si celebrava l'ultima domenica di maggio e la terza domenica di ottobre; entrambe le solennità erano precedute dalla novena. Caduta nel dimenticatoio come tante altre feste campestri, è stata recentemente ripresa dall'Assessorato alla Cultura del Comune di Dorgali, in collaborazione con la parrocchia e con le associazioni di volontariato e fa parte delle cosidette "festas de pandela". L'ultimo sabato di maggio, nel pomeriggio, parte la processione dalla chiesa parrocchiale ed all'arrivo alla chiesetta è celebrata la messa. Seguono un rinfresco accompagnato da musiche tradizionali. La chiesa si trova a meno di 8 km da Dorgali, sulla strada che conduce alla Gola di Gorropu, a Tiscali ed Oddene. Sul percorso, a breve distanza dal paese, è possibile visitare i ruderi della chiesa di Sant'Elene
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Chiesa Santa Caterina D'Alessandria
La chiesa fu eretta sul terreno ove, secondo la leggenda, la santa aveva costruito la sua modesta dimora. Santa Caterina d’Alessandria, detta la filosofa sostenne davanti ai dottori d’Egitto la tesi sul Cristianesimo. Massimino imperatore pagano, la chiese in matrimonio, ma Caterina sentendosi sposa di Cristo e piuttosto che sottostare alla dottrina pagana, affrontò il martirio. Secondo la condanna Caterina avrebbe dovuto essere stritolata da una ruota; ma il miracolo volle che lo strumento di martirio si spezzasse prima di toccare il suo corpo. Perciò Caterina fu decapitata. Il supplizio avvenne nel 746. Santa Caterina fu eletta patrona di Dorgali nel 1600. Il titolo le fu dato, in seguito alla leggenda in cui si narra, che la santa salvò il paese da una terribile siccità, procurando una pioggia miracolosa. La chiesa è stata costruita nel 1737, gli altari erano di pietra, come i pavimenti e i gradini che portavano allo stesso altare, all’inizio del 1800 questi vennero sostituiti con altari, gradini e pavimenti in marmo. Anche il vecchio organo con le canne dipinte è stato sostituito, ogni canna narrava in pittura, le storie e i miracoli di un santo. Il paese ha dato molto per questa chiesa: sono stati spesi molti soldi per il suo restauro. L’altare di marmo intarsiato, occupa precedentemente, tutto il fondo della chiesa. L’affresco sul fondo dell’abside è opera del dorgalese Pietro Mele e rappresenta il martirio di Santa Caterina.
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Chiesa di Nostra Signora del Carmelo
La chiesa è posta sul colle omonimo che domina Dorgali ed è dedicata alla Madonna del Carmelo, di cui si celebra la festa il 16 luglio. E’ una chiesa sorta per un voto, in seguito alla liberazione da invasione o pestilenza. E’ stata restaurata nel 1974, con contributi popolari. E’ un luogo di culto limitato, circondato da un giardino con bella vista. La chiesa ha una struttura tipica, sull’altare principale è posta la statua in terracotta, della Madonna del Carmelo, sulla quale sono stati fatti interventi di restauro. E’ stato inoltre costruito un secondo altare, davanti all’originale di tipo moderno e tale che il celebrante sia sempre rivolto verso i fedeli. Appena si varca l’ingresso sulla destra, vi è la cappella dedicata a San Francesco, con la statua del santo in terracotta, anch’essa restaurata. Dall’interno si può notare che, guardando dall’altare verso l’ingresso si può godere di una splendida vista sul paese. Le funzioni religiose si tengono soltanto in occasione delle feste, a cui partecipa un numero non rilevante di persone.
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Chiesa di Nostra Signora di Bonaria
Si tratta di una piccola chiesa a pianta rettangolare con abside rialzato da due gradini in marmo e senza balaustra. E' dedicata a Nostra Signora di Bonaria ed è stata ricostruita nella posizione attuale attorno agli anni 60. Precedentemente la chiesa sorgeva poco più a monte con la parete frontale rivolta verso est. Con successive riorganizzazioni urbanistiche purtroppo, è stata demolita la chiesa originale a favore della nuova, più ampia e adatta a contenere i fedeli che arrivavano anche durante l'estate, quando il paese si popolava maggiormente. Attualmente la chiesa è molto attiva nel sociale sia d'inverno che in estate organizzando manifestazioni e raccolte fondi destinati ad opere solidali.
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