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Galtellì

Il fascino di un'esperienza autentica!

Info turistiche al numero: 0784 90150 - Dalle 08:00 alle 21:00

Benvenuti

Benvenuti

Galtellì, antico Borgo della Sardegna centro-orientale è situato in posizione dominante e panoramica fra i piedi del Monte Tuttavista e le sponde del fiume Cedrino, a circa 10 km dalle incantate spiagge e località balneari del Golfo di Orosei, circondata dai colori e profumi di una terra dove lasciarsi coinvolgere è tentazione diffusa, ma anche una forma d’arte.

Trascorrere un periodo di vacanza o anche semplicemente passeggiare in compagnia tra le caratteristiche vie e gli antichi scorci del centro storico a Galtellì, significa accorgersi intinsi in un articolato spazio fisico-temporale ricco di emozioni e sensazioni autentiche.
Non è una rievocazione storica temporanea, bensì un modo semplice di vivere la quotidianità della comunità, l’occasione ideale per chi desidera scoprire e assaporare la Sardegna più autentica

. Le numerose testimonianze archeologiche, artistiche e architettoniche, le antiche tradizioni, i saperi e i sapori di un tempo che ancora oggi sono scrupolosamente conservati, valorizzati e tramandati alle generazioni future, e che sono parte viva dell’identità della comunità, rivelano oggi la storia e la cultura di un popolo e del suo glorioso passato, che acquisì particolare pregio e splendore in epoca medievale quando divenne sede di Curatoria Giudicale e Diocesi.


parchi letterari

Galtelli literary prize


Ospitalità

Ospitalità

Galtellì è una Comunità Ospitale. Un innovativo modello di offerta turistica per una vacanza all’interno di un luogo, piccola parte d’Italia che vuole essere “speciale”. Un sistema organizzativo a disposizione di una domanda turistica che desidera sostenibilità e autenticità, pensato per coinvolgere e emozionare emotivamente il visitatore. Un modello di sviluppo turistico fatto di luoghi in cui gli Ospiti si sentono cittadini temporanei, si identificano nel ritmo dolce della vita del Borgo, conoscono e apprezzano il patrimonio materiale e immateriale proprio del territorio, ricevendo nuovi apporti culturali e nuove contaminazioni emotive. Un luogo, in sostanza dove (ri)trovare una dimensione vera e autentica.

La “Comunità Ospitale” racconta il territorio, preservandolo dal rischio di omologazione tipico di un marketing consumistico concepito solo per massimizzare i profitti. I luoghi coinvolti si organizzano per l’accoglienza, valorizzando la propria identità e offrendo al turista l’esperienza non invasiva dell’azione dell’uomo sull’ambiente, fatta di gesti antichi e ricchi di cura e passione, un patrimonio da conservare e condividere attraverso un percorso di qualità che coinvolge tutto il Borgo, i cittadini, gli operatori economici e gli Amministratori pubblici che accomunati da una strategia di accoglienza singolare e una visione in grado di assicurare all’ospite una permanenza indimenticabile, basata sulla partecipazione sulla scoperta dei particolari e nuove conoscenze. Relazione umana prima di tutto, che si ritrova nel desiderio reciproco di accogliere e essere accolti e nell’innata curiosità di conoscere e scoprire la comunità e il suo territorio, convinti che ogni incontro sia un esperienza e che le esperienze siano il senso della vita. Un semplice sorriso spontaneo e naturale è un “dono” e nell’ospitalità è importante “scambiarsi doni fra chi ospita e chi viene ospitato”. Anche il cibo è relazione e esprime l’anima del territorio. I prodotti locali, sia gastronomici che dell’artigianato o della manifattura locale, sono scrigni di sapienza della comunità. In quest’ottica il piatto tipico locale, oltre che prelibata occasione di consumo a impatto ambientale zero, è il “pretesto” per condividere un sapore, un racconto, un’emozione, un amicizia. Tutto ciò fà della comunità un luogo inclusivo, che non discrimina la diversità ma punta a creare relazioni, prima della visita mediante il racconto di se stessa e della propria identità, durante la visita mediante un’interpretazione condivisa dell’esperienza, quindi dopo la visita alimentando il dialogo a distanza ed il confronto affinché coloro che sono stati ospiti possano narrare la vacanza e condividere, anche se lontani, il ritmo della vita del luogo. La “Comunità Ospitale” fatta di gente che ama ospitare, promuove la partecipazione attiva della cittadinanza nel processo di accoglienza, dalle fasi di progettazione dell’offerta fino alla creazione dell’esperienza di fruizione mediante il tutor dell’ospite; molto più di una semplice guida turistica, interprete e accompagnatore, mediatore fra la cultura dell’ospite e dell’ospitante, si offre di accompagnare, passo passo il visitatore durante il soggiorno nel Borgo, per fargli scoprire la vita del posto, le sue particolarità, le bellezze. Coinvolto nella vita del Borgo, esperto conoscitore del territorio, della cultura locale e delle tradizioni, è “il consigliere” del viaggiatore. Buona Permanenza!


Galtelli comunità ospitale


Tracce di storia millenaria

Tracce di storia millenaria

Il territorio di Galtellì, abitato fin dalla preistoria è ricco di innumerevoli testimonianze archeologiche: Dolmen, allèes couvertes, menhir, numerose Domus de janas, importanti tombe ipogeiche scavate nella roccia e risalenti al periodo Neolitico recente.
Secondo un recente censimento, in tutto il territorio se ne possono contare almeno 24, isolate e divise in necropoli. Una di queste, quella di Malìcas, composta di sei camere ipogee scavate nello scisto a breve distanza l’una dall’altra, risulta oggi dentro l’abitato del Borgo.

Il comprensorio è stato intensamente popolato anche in età Nuragica, come testimoniano numerosi protonuraghi, nuraghi, resti di villaggi, tombe dei giganti, e fonti sacre. Tra questi per maggiore interesse, il protonuraghe Boniloghe, che dal ciglio dell’altipiano basaltico di Gollei Muru domina la valle di Olovesco solcata dal rio Pulisco; il protonuraghe Callistru, che sorge sull’altipiano Gollei Lupu; Il nuraghe Su Gardu; Le tombe dei giganti di Orruele e la fonte sacra di Ruinas.

Sono tutt’altro che rare pure le testimonianze di epoca romana. Resti di antichi insediamenti sono stati accertati a Sa Turritta, vicino alle sponde del fiume Cedrino e del Rio Taddore, sul Monte Gherghè, dove affiorano in superficie abbondanti frammenti di ceramiche, nei pressi del castello Medievale di Pontes, a Funtana Arjentu, a S’untana ‘e sa Crai, dentro l’abitato di Galtellì, a Ruinas dove si conservano i resti di un edificio rettangolare realizzato con la tecnica muraria dell’opus caementicium, e tanti altri.

Ben documentata è infine la vita in età Medievale, periodo in cui il territorio assunse particolare importanza divenendo sede di Curatoria giudicale e nel 1138 Diocesi, la seconda per importanza in Gallura, dopo Civita (Olbia). Rilevante a tal proposito la presenza del Castello di Pontes, del quale restano oggi importanti testimonianze riportate alla luce a seguito di una prima campagna di scavi e che esprimono la sua conformazione originaria. Edificato sui resti di una rocca d’età romana intorno al 1070 a guardia dei territori della curatoria di Galtellì – Orosei, si ipotizza fosse un complesso militare diviso da tre serie di mura poste ad altezza diversa. Quella più alta, il mastio è più facilmente leggibile perché relativamente interessata da crolli. I costruttori sfruttarono il profilo roccioso del tacco calcareo, inglobando nelle murature alcuni speroni rocciosi, come si nota nel livello più alto. I resti evidenziano una cisterna circolare in parte scavata nella roccia e in parte in muratura, e un forno in mattoni ricavato nello spessore delle murature. Una breccia nelle mura segna il punto in cui doveva essere l’accesso alla fortezza. Il castello prese il nome di Pontes, ancora indicato nel toponimo della zona, forse perché costruito proprio di fronte ad un ottimo guado del fiume Cedrino che divide in due la Baronia di Galtellì.

Tra l’XI e il XIII secolo, Galtellì assunse importanza sempre più rilevante. Il dominio territoriale passò prima sotto il controllo di Pisa e per un breve periodo sotto quello della giudicessa Eleonora, entrando così a far parte del Giudicato di Arborea. Seguì in tutta la Sardegna un lungo periodo di dominazioni straniere e anche Galtellì dal 1323 cadde sotto il dominio Aragonese. Preda per un secolo di baroni forestieri, divenne nel 1459 feudo dei baroni locali Guiso. La centralità del suo ruolo cominciò a venir meno dal 1495, data in cui la Diocesi di Galtellì venne annessa a quella di Cagliari, comportando vari problemi e disagi, sino al 1779 quando la Diocesi venne ristabilita, stavolta aggiudicandogli una nuova sede, quella di Nuoro. Nel 1808, il feudo di Galtellì ancora sotto la proprietà della famiglia dei Guiso, non potendo far fronte al pagamento dei tributi lo lasciò definitivamente al fisco. Galtellì diviene così parte del demanio statale da cui fu riscattato nel 1838, e nel 1946 con Decreto Legge Luogotenenziale, diviene finalmente Comune Autonomo.


Via di fede arte e sacralità

Via di fede arte e sacralità

La forte relazione tra arte e sacro nel territorio di Galtellì si percepisce da lontano. Lo preannuncia arrivando dalla strada provinciale, sui rilievi più elevati del Monte Tuttavista, l’imponente statua Bronzea del Cristo Crocifisso, alta più di dieci metri e realizzata in occasione del giubileo dell’anno 2000 dallo scultore Madrileno Pedro Angel Terron Manrique, direttore dell’Istituto delle Belle Arti dell’Università di Madrid. Da allora il Cristo in croce, richiama fedeli e curiosi da ogni dove e custodisce dall’alto il paese, intimamente raccolto ai suoi piedi. Là, si compone come in un grande mosaico, la storia del sacro e il fascino dei capolavori dell’arte medievale e moderna. Il primo forte richiamo, alla periferia dell’abitato, è la chiesa di San Pietro, l’antica Basilica medievale, allora sede vescovile della Diocesi di Galtellì edificata tra l’XI e il XII secolo, di fianco alla quale isolato si erge l’antico campanile a pianta quadrata.
A pochi metri i resti murari, un abside e due tombe di quella che sarebbe dovuta essere la nuova maestosa cattedrale, rimasta incompiuta. Internamente lungo le pareti della Navata centrale, venuti alla luce nel corso di un recente restauro, un ciclo pittorico di affreschi tra i più antichi ritrovati in Sardegna, testimoni dell’importanza storica e religiosa che Galtellì ricopriva. Sono raffigurate scene del Nuovo e del Vecchio testamento con evidenti richiami alla tradizione bizantina e notevoli affinità con la produzione pittorica laziale e toscana dell’XI secolo. All’interno della Chiesa di San Pietro, si conservano inoltre diverse statue in legno policromo risalenti al XVII e al XVIII secolo. Altrettanto interesse suscita al centro del paese la chiesa parrocchiale dedicata al Santissimo Crocifisso. L’edificio, originariamente intitolato a Santa Maria delle Torri e ampliato intorno al 1500 si presenta a pianta basilicale con un’unica navata e sul lato sinistro quattro cappelle in stile gotico-catalano ornate di statue lignee risalenti al 600 – 700. Ma la particolarità e l’unicità di questo luogo di culto è enfatizzata dalla presenza in corrispondenza dell’altare maggiore, del simulacro ligneo del Cristo Crocifisso che ha significativamente caratterizzato la storia e l’animo della comunità galtellinese sin dal suo arrivo, avvenuto alla fine del 1300 per mezzo dell’allora Vescovo Paolo da Roma.
Il Cristo miracoloso, a grandezza naturale, in stile gotico-doloroso e di probabile scuola Pisana, è venerato da secoli per l’attribuzione di numerosi atti prodigiosi, certificata da ben 5 notai dell’epoca. Le testimonianze storiche rivelano che i miracoli si sono succeduti nel tempo a partire dal 1550. D al 1612 i fatti prodigiosi furono documentati dagli atti Ufficiali, con testimonianze dirette e oculari di centinaia di persone, accorse da tutta la Sardegna e che assistettero agli eventi, tra cui la sudorazione di sangue dalle piaghe del Cristo e la trasfigurazione del corpo e del volto. Parte del patrimonio artistico, tra statue e paramenti religiosi di varia natura e epoca, è conservato all’interno delle numerose altre chiesette di vario stile che è possibile visitare lungo i sentieri in selciato che conducono al centro storico. La chiesa oratorio di Santa Croce di epoca settecentesca in stile gotico-catalano, la chiesa in onore alla Madonna dell’Assunta del 1600, la chiesa di San Francesco, e altre chiese campestri situate nelle immediate vicinanze. Ognuna di esse custodisce al suo interno, particolarità legate al culto dei Santi e agli eventi religiosi che scandiscono il calendario annuale della vita comunitaria. Il forte e tradizionale legame con la fede, ha portato Galtellì ad essere considerata meta di riferimento per il dialogo culturale e di ricerca fra le grandi religioni storiche.


La natura consacrata dal tempo

La natura consacrata dal tempo

A caratterizzare il territorio di Galtellì, con la sua imponente mole calcarea è senza dubbio il Monte Tuttavista. Alto 806 Metri slm è considerato per la sua posizione panoramica un affaccio privilegiato su tutto il Golfo di Orosei da una parte, e verso la vallata del Fiume Cedrino e la catena montuosa del Gennargentu, dalla parte opposta. Un frame rappresentativo della tipica conformazione che caratterizza il Golfo: il dolce e incantevole mare smeraldo si fonde magicamente con le aspre pareti rocciose che annunciano il vero carattere della Sardegna più interna, e suggeriscono un senso nuovo di esperienza.

A poca distanza dalla vetta più alta, vicino alla quale è collocata la statua bronzea del Cristo Crocifisso, la natura ci offre un altro singolare scorcio. Attraverso un brevissimo sentiero in mezzo alla vegetazione, raggiungiamo la caratteristica scultura naturale Sa preta Istampata, una gigantesca parete rocciosa con al centro un grande foro circolare generatosi dall’erosione eolica, che si affaccia sull’ altipiano di Muru. Emozione unica e sfondo attraente per scattare una bella foto in compagnia. Il suggestivo scenario e le sue conformazioni rocciose, fanno del Monte Tuttavista meta favorita soprattutto nei mesi estivi per escursioni di trekking, arrampicate con pareti rocciose di varia intensità, percorsi in Mountain Bike, o semplicemente per trascorrere una giornata di riposo, accarezzati dalla fresca brezza marina sotto i secolari boschi di quercia, opportunamente attrezzati con sedute e tavoli. Concedetevi questo beneficio!


La Galte di Canne al Vento

La Galte di Canne al Vento

Galte: il paese di Canne al vento, il più conosciuto dei romanzi della scrittrice Grazia Deledda, che nel 1926 contribuì al conferimento del Premio Nobel per la Letteratura italiana. Un importante ambito riconoscimento, che rese la scrittrice Nuorese e con lei anche il paese di Galtellì, celebre in tutto il mondo.
Alla base del racconto, secondo uno schema che si ritrova in altre sue opere, una condizione di vita fondata su norme arcaiche e oppressive, talvolta violate dalla trasgressione che genera rimorsi e sensi di colpa. Espiazione e restaurazione dell’ordine infranto, chiudono il cerchio. Un filo narrativo enfatizzato dai temi della povertà, dell’onore e della profonda superstizione che caratterizzava la vita della Sardegna rurale del primo Novecento, tra una civiltà in apparenza statica e immobile sulle sue millenarie usanze e tradizioni e un’isola che invece avanza a grandi passi sulla via del progresso. Il romanzo è raccontato attraverso la figura del protagonista, Efix, il servo delle Dame Pintor, che di questa famiglia ha conosciuto il tempo della potenza e della ricchezza e quello del rapido declino. Ora Efix coltiva l’ultimo podere rimasto e i frutti del poveretto sono gli unici proventi delle nobili sorelle: Ruth, Ester e Noemi. Galtellì – Galte dunque è stata tappa della ricerca letteraria e umana della Deledda prima del suo trasferimento a Roma e della sua definitiva consacrazione alla produzione letteraria e all’impegno come donna che vuole affermare la propria identità.

Attraverso la Deledda che ha eletto Galtellì a luogo privilegiato della memoria, è dunque possibile tracciare un sentiero, un ipotesi di esplorazione della realtà di allora e di oggi della Sardegna. Un esplorazione resa possibile dal Parco Deleddiano che vede in Galtellì uno dei centri nodali di sviluppo. Un approccio nuovo alla complessità della cultura di un popolo a cui ci si avvicina con rispetto e la certezza di avere la chiave giusta per entrare in un mondo nuovo, in compagnia di chi, come la Deledda quella cultura ha raccontato e proprio da quella cultura è stato determinato il suo essere scrittrice che tutto il mondo ha apprezzato e che è stato riconosciuto universalmente con l’attribuzione del premio Nobel.


Galtellì Literary Prize

Il comune di Galtellì, nell’ambito delle attività di valorizzazione dell’opera Deleddiana, organizza con cadenza biennale un concorso internazionale di prosa dedicato alla grande scrittrice, invitando i concorrenti a confrontarsi con le tematiche presenti nel romanzo Canne al vento: dal sentimento religioso alle particolarità delle classi sociali, dalla descrizione dell’ambiente antropologico culturale ed ambientale sino alla difesa dell’identità, con opere provenienti da tutto il mondo, e una giuria di valenza internazionale.

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Feste, eventi e tradizione

Feste, eventi e tradizione

Uno dopo l’altro, per tutta la durata dell’anno, si susseguono in tutta la Sardegna eventi carichi di significato emotivo e tradizione.
A Galtellì, in particolare il legame con la tradizione è molto vivo e si percepisce soprattutto in occasione delle feste religiose. Un legame forte e ben radicato che vede indistintamente coinvolti giovani e meno giovani e lo spirito sapiente e attento degli anziani del paese, veri custodi della tradizione e esemplari maestri, a cui è affidato il prezioso compito di trasmettere alle nuove generazioni il dono della passione.

Il primo appuntamento, appena conclusi i brindisi di benvenuto del nuovo anno, in occasione della festività dedicata a Sant’Antonio Abate, i maestosi falò, uno per rione illuminano e riscaldano la notte del 16 gennaio, preparati da Priori e Comitati che si rinnovano di anno in anno. Un rito di origine antica al quale prende parte tutta la comunità, soprattutto nella fase dei preparativi, dalla raccolta della legna e delle frasche qualche giorno prima, all’organizzazione della cena conviviale, alla preparazione e distribuzione a tutti i presenti dei tipici “Cocconeddos” benedetti e di “Su Pistiddu” un dolce tipico a base di pasta ripiena di vincotto. Un momento di condivisione tra sacro e profano, che conclusa la celebrazione e benedizione del fuoco, vede riunita intorno al grande falò tutta la comunità e i tanti visitatori, festosamente intenti a degustare i vini di nuova produzione, al ribollir dei calderoni colmi di lardo di maiale e fave lessate. Sarà poi il disegno del fumo emanato a suggerire auspici, profezie e desideri per l’anno che sta appena iniziando.

Il culmine del sentimento religioso, a Galtellì si raggiunge durante le celebrazioni in onore della Santa Pasqua di Risurrezione. Tra le più coinvolgenti della Sardegna, la Settimana Santa che si svolge nell’antico Borgo, è un’esperienza unica e appassionante caratterizzata da imperdibili attimi di intensa complicità emotiva, tra fede e tradizione per rievocare i momenti più significativi della passione umana di Cristo. Gli antichi rituali di Origine spagnola, vengono tramandati da secoli dalle ancestrali confraternite di Santa Rughe e Sas Animas, che curano minuziosamente le sacre raffigurazioni della Domenica delle Palme, de Su lavabisi e de S’incravamentu e S’iscravamentu, (deposizione del Cristo dalla Croce) per concludersi nel suggestivo e partecipato cerimoniale di S’incontru”, nel quale la Madonna accompagnata in venerante processione per le vie del paese, da antichissimi canti religiosi in lingua sarda e latina e dal saluto festante degli spari a salve dei fucilieri, incontra la statua del Cristo Gesù risorto. Attimi imperdibili, da fotografare con gli occhi e con il cuore!

Il 3 Maggio, il tintinnio festante delle campane suonate a mano dai campanari locali, i colori e l’eleganza dei tradizionali abiti di Galtellì e lo scalpitare dei cavalli in processione che animano le vie del paese bardati a festa, annunciano la festa patronale in onore al Santissimo Crocifisso. Il rosso scarlatto, il nero delle gonne in orbace, il bianco candido delle camicie impreziosite dall’oro e l’argento di antichi gioielli, fanno da sfondo scenografico durante un ricco calendario di quattro giorni tra appuntamenti civili e religiosi, che richiamano in piazza numerosi partecipanti da tutta la Sardegna.

Grazie alla sinergia tra l’amministrazione comunale e il variegato mondo dell’associazionismo locale, da Luglio a Settembre si svolge un fitto calendario ricco di appuntamenti di vario genere, per tutti i gusti e età. Un susseguirsi continuo di manifestazioni sportive, intrattenimenti culturali, musicali, performance teatrali e sagre dell’enogastronomia locale, animano il Borgo nelle piacevoli e rilassanti serate d’estate. Appuntamento clou dell’estate, la Festa nell’antico Borgo! Immersi nello spettacolare scenario del centro storico, tutti insieme per ripercorrere le strade della memoria e rivivere gli antichi saperi, nelle chiese, nelle case e nei cortili storici, tra la gente della sua comunità custode dei mestieri del passato, dei ricchi sapori della tradizione gastronomica, del folklore e dell’artigianato. Apertura notturna dei musei e degli ambienti Deleddiani con degustazioni e vendita dei prodotti tipici locali, esposizioni e animazione sino a tarda notte. Divertimento assicurato per tutta l’estate.


I sapori e gli antichi sapere

I sapori e gli antichi sapere

La tradizione gastronomica della Sardegna, fatta prevalentemente di ingredienti semplici e genuini prodotti in casa, si presenta in un considerevole arcaico patrimonio di sapori. Ogni zona dell’isola conserva le sue tipicità e differenze, con variazioni sviluppatesi in relazione alla disponibilità delle materie prime e comunque sempre intorno alla cultura millenaria e alle esigenze del mondo agro-pastorale, alle quali sono stati successivamente accostati abbinamenti e modificazioni con elementi delle civiltà che nel tempo hanno dominato l’isola, come i Catalani o i Pisani.

A Galtellì, la tradizione gastronomica è quella che più rispecchia l’anima del paese; un universo di rituali e tecniche tramandate da generazioni e fortemente legate al calendario della naturale produzione dei prodotti della terra dell’allevamento, e delle ricorrenze festive. Sapori che si mescolano agli antichi saperi, svelano piatti unici e pur nella loro semplicità portano a tavola una ricca varietà di prodotti, ideale per tutti i palati. La pasta fresca rigorosamente lavorata a mano con farine di grano sardo, gli arrosti di porcetto, agnello e carni varie tradizionalmente cucinate a legna e allo spiedo, salumi, formaggi che rivelano tutto l’aroma e i sentori dei singolari pascoli della Sardegna, ricchi di vegetazione mediterranea e poi i dolci con la rinomata Seadas regina tra tutti i dessert, e i vari liquori di erbe e bacche accompagnati dall’immancabile pane carasau, protagonista indiscusso della tavola galtellinese, e da pregiati e profumati vini da tavola.
Tantissimi sono i dolci caratteristici che accompagnano le festività, come le “casadinas” nel periodo pasquale i “papassinos” nella festività di tutti i Santi, le “Urilletas” e “Vuvusones” a carnevale, e infine la tipica “Cuffitura” un dolce di mandorle tostate, aromatizzate con scorzine di arancia e miele, viene offerta durante i festeggiamenti del matrimonio.

Lasciatevi tentare, non ve ne pentirete!


Archeologia Allèes couvertes Sa Pirichedda 406x
Archeologia Dolmen Sa Pirichedda 800x
Archeologia Domus de janas Malicas 450x
Archeologia Nuraghe Su Gardu 800x
Casa Dame Pintor Galtellì 800x
Casa Dame Pintor interno 1 800x
Casa Dame Pintor interno 2 399x
Casa Dame Pintor interno 4 399x
Casa Dame Pintor interno 800x
Casa Dame Pintor Galtellì 800x
Casa dame Pintor esterno Pozzo 399x
Casa dame Pintor interno 3 399x
Castello Malicas 1a 800x
Castello Malicas 2b 450x
Castello Malicas 3c 450x
Castello Malicas 4d 800x
Castello Malicas 5e 800x
Castello Malicas 6f 800x
Castello Malicas 7g 450x
Castello di Pontes Passaggio tra le rocce 399x
Castello di Pontes mastio 1 800x
Castello di Pontes mastio 2 800x
Castello di Pontes mastio 3 402x
Castello di Pontes veduta 2 800x
Castello di Pontes veduta 3 800x
Castello di Pontes veduta aerea 800x
Castello di Pontes veduta 399x
Centro storico Galtellì-Cortile 418x
Centro storico Vie del borgo 672x
Centro storico particolare scorcio 399x
Centro storico particolare tipico cortile 800x
Centro storico piazza caduti 800x
Centro storico portone tipico 750x
Centro storico scorci 800x
Chesa SS Crocifisso 800x
Chiesa Beata Vergine Assunta 399x
Chiesa SANTA CROCE ALTARE 800x
Chiesa SANTA CROCE PALIOTTO 800x
Chiesa SS Cricifisso particolare volto 395x
Chiesa SS Crocifisso l'Organo 399x
Chiesa SS Crocifisso statua del Cristo 450x
Chiesa SS.Crocifisso su Babbu Mannu 399x
Chiesa beata vergine Assunta 2 800x
Cofraternita B.V. Assunta 2 417x
Cofraternita B.V. Assunta 395x
Confraternita S. Croce 2 382x
Confraternita S. Croce 418x
Costumi Galtellinesi-02 366x
Costumi Galtellinesi-03 800x
Costumi Galtellinesi 398x
Costumi Sardi su Carro tipico 800x
Costumi della Sardegna-Galtellì-Nuoro 762x
Costumi della Sardegna-particolare-Galtellì-(Nu) 382x
Costumi e Castello malicas 800x
Fauna Cinghiale-Sus Scrofa 800x
Fauna Ghiandaia Glandarius ichnusae 800x
Fauna Gruccione-Merops apiaster 800x
Fauna Pollo sultano-Porphirio porphirio porphirio 800x
Fauna Raganella sarda-Hyla sarda 800x
Flora Campanule-Polygala forsythii 800x
Flora Cisto Cistus incanus 354x
Flora Fiori a Galtellì 387x
Flora Helichrysum saxatile sul Tuttavista-2-Dia 461x
Flora Helichrysum saxatile sul Tuttavista 462x
Flora Orchidea spontanea-Ophrys morisii 388x
Flora Orchidea spontanea-Orchis brancifortii 376x
Lavorazione del pane Carasatu 2 Galtellì 800x
Lavorazione del pane Carasatu 3 Galtellì 800x
Lavorazione del pane Carasatu-Galtellì 589x
Monte Tuttavista Cristo Bronzeo particolare 399x
Monte Tuttavista Cristo Bronzeo 418x
Monte Tuttavista Cristo bronzeo e veduta panoramica 800x
Monte Tuttavista Panorama di Galtellì ripreso dall'alto 800x
Monte Tuttavista veduta panoramica 800x
Monumento 80.90 Deledda 800x
Museo Etnografico Corte e carro tipico sardo 800x
Museo Etnografico Ingresso 800x
Museo Etnografico corte 800x
Museo Etnografico cucina 800x
Museo Etnografico telaio 800x
Museo etnografico Torchio in Ginepro 399x
Museo etnografico antica macina 800x
Museo etnografico-detteglio 2 800x
Museo etnografico-detteglio 3 800x
Museo etnografico-detteglio 5 800x
PARTICOLARE TESTA CRISTO 450x
PARTICOLARE TESTA 450x
PASQUA Domenica delle palme 800x
PASQUA IN CHIESA particolar Paliotto 800x
PASQUA PROCESSIONE 2 800x
PASQUA PROCESSIONE 3 800x
PASQUA PROCESSIONE 4 800x
PASQUA PROCESSIONE 5 800x
PASQUA PROCESSIONE S'INCONTRU 800x
PASQUA RITO LAVANDA DEI PIEDI 2 800x
PASQUA RITO LAVANDA DEI PIEDI 800x
PASQUA S'INCONTRU in ginocchio 800x
PASQUA S'INCONTRU 800x
PASQUA SA SUCCHENA  Miserere.Suchena 800x
PASQUA SA SUCCHENA PESCE FRITTO 800x
PASQUA SA SUCCHENA particolare tavola 800x
PASQUA Sa Suchena Sos Coccorrois 800x
PASQUA TRADIZIONE Campanari 800x
PASQUA VIOLETTE BENEDETTE 800x
PASQUA Z S'INCONTRU PETALI 800x
Porta del Parco Grazia Deledda 800x
Porta del Parco Ingresso  (1) 399x
Porta del Parco Ingresso  (2) 800x
Porta del Parco Ingresso  (3) 399x
Sa Preta Istampata Monumento naturalistico 800x
Sa Preta istampata particolare 2 800x
Sa Preta istampata 800x
Sa preta istampata particolare 800x
San Pietro Basilica 800x
San Pietro XI secolo ingresso alla cattedrale 399x
San Pietro affreschi particolare 800x
San Pietro campanile 450x
San Pietro esterno 800x
San Pietro interno generale 399x
San Pitero Campanile 800x
Tetti di Galte 800x
Viaggi Emozionali 1 (3) 800x
Viaggi Emozionali 1 (4) 800x
Viaggi Emozionali 1 (5) 800x
WTradizioni Festa di Sant'Isidru Buoi in piazza 800x
Y Tradizione Falò per Sant' Antonio 800x
Y Tradizione Falò per Sant'Antonio 2 450x
casa Dame Pintor esterno ingresso 800x
casa dame Pintor esterno loggiati 800x
casa dame Pintor interno 5 399x
san Pietro Campanile e facciata 399x

Video documentario Galtellì

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